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Salve, saluti dal Salento tra serre e torri circondate dall’acqua cristallina

Come i brand Scotch o Scottex sono diventati sinonimi del sostantivo al quale si riferiscono (rispettivamente il nastro adesivo e la carta da cucina), così il lido “Le Maldive del Salento” ha finito per indicare buona parte della marina di Pescoluse, ormai. Lo sanno in pochi, dunque, che si tratta di un lido e non di una località, così come in pochi sanno che quello splendido tratto di costa, dal 2009 Bandiera Blu della FEE e caratterizzato da acque cristalline e spiaggia dorata, “appartiene” all’assolato paesino di Salve,  che comprende anche le marine di Torre PaliPosto Vecchio e Lido Marini e fa parte dell'associazione Borghi Autentici d'Italia.

Il centro abitato di Salve sorge a 10 km dalla costa, sui rilievi delle serre salentine a circa 130s.l.m. Una posizione che consente una splendida vista sui terrazzamenti coltivati ad ulivi e che lo protegge dal vento che caratterizza tutto il resto del Salento. Nei tratturi e nelle vie asfaltate che conducono al paese si scorge in più punti il Canale dei Fani, di origine erosiva, le sue sponde sono coperte di macchia mediterranea (lentisco, fillirea e mirto).

Immerso nel verde e proprio in posizione sopraelevata, sorge l’Agricampeggio Zio Zac, collegato al mare da una comoda navetta gratuita. Perfetto per le famiglie: al suo interno anche un piccolo zoo garden con animali da fattoria e qualche esemplare “esotico” come il cammello, ed un’area giochi per bambini che spesso ospita eventi con animazione e gonfiabili. Oltre alle camere matrimoniali o deluxe ed ad un ristorante con menù di tipicità preparate con ingredienti a km 0, l’agriturismo offre una trentina di piazzole delimitate da siepi ed in parte ombreggiate da alberi, pavimentate, con possibilità di bagni privati ed a due passi dalla bella piscina attrezzata e dal bar. Sia la piscina che il ristorante sono aperti anche ad esterni, ma gli spazi molto grandi garantiscono comunque una vacanza serena sia agli ospiti dell’area camper che a quelli del b&b. Un luogo dove svegliarsi con il canto del gallo, con quello delle cicale nelle ore più calde, e con il verso delle civette in serata.

Vale la pena, magari al tramonto, anche visitare il centro storico di Salve, che si narra sia stata fondata dal centurione romano Salvius, che nel 267 a.C. avrebbe avuto queste terre in premio dopo l'assoggettamento del Salento a Roma.

Tra le bellezze da non perdere in paese, la Chiesa Madre di San Nicola Magno (VI secolo) che custodisce anche l’organo a canne più antico di Puglia (1628) ed ancora in funzione, oltre ad alcune tele dello stesso periodo. Nel 1672 la chiesa fu completata con l'abside, la torretta dell'orologio e con il campanile, quest'ultimo ricostruito nel 1954 in seguito al rifacimento della facciata (1950). Il coro, invece, distrutto nel dicembre del 1931 da un incendio, venne ripristinato solo nel 2004 con un'opera in noce boliviano.

Uno dei luoghi più suggestivi è Palazzo Ceuli (XVI secolo). Di proprietà di una famiglia del posto, racchiude un cortile di una bellezza rara: la grazia degli ornamenti barocchi si accorda perfettamente con la snellezza delle linee architettoniche. Archi finemente ricamati, pilastri slanciati e motivi floreali e religiosi, lo rendono particolarmente ambito dai viaggiatori che scelgono il b&b ospitato al suo interno. La facciata esterna è caratterizzata da due balconi seicenteschi in pietra sorretti da mensole, da un portale in pietra bugnato e da un portone in legno di quercia.

Tanti nel centro storico i frantoi ipogei. Tra i più antichi, “Le Trappite” che nonostante le origini seicentesche, è ancora oggi ben conservato e visitabile. Al suo interno si possono osservare strutture ed attrezzi per la molitura delle olive: le botole per lo scarico delle olive dai carri, le macine in pietra, le basi dei torchi per la spremitura e le canalette sul pavimento.

La storia a Salve affonda le proprie radici nel mare. Prova né è la scenografica Torre Pali, una delle numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire nel XVI secolo da Carlo V per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati saraceni. In realtà, ai tempi della costruzione, la torre si trovava sulla terraferma ma a causa dell'erosione costiera, adesso la si può ammirare completamente circondata dalle acque del mare a circa 15 metri dalla costa. La torre a pianta circolare, di cui rimane solo il basamento, si sviluppava su due piani ed era costellata di feritoie. A pochi metri sorge il porticciolo composto da una darsena, divisa in due da un pontile centrale, che può ospitare circa 100-150 imbarcazioni di piccola e media dimensione. Nulla, invece, resta degli “strazzi", i piccoli depositi dove i pescatori custodivano reti, nasse, attrezzi per aggiustare o pittare reti o pesare il pescato.

Affacciato sulla lunga spiaggia di sabbia chiara, proprio di fronte alla torre e dietro le dune ricoperte di macchia mediterranea, un luogo dall’atmosfera sofisticata ed internazionale, dove vi sembrerà di essere catapultati in località mondane, come Formentera o Porto Cervo. Il Brisa beach house, questo il nome tutto “marino” scelto dai titolari Francesco e Luca (settentrionale il primo e salentino il secondo, compagni di università in Svizzera) si chiama così in onore della brisa (brezza in spagnolo) che soffia sulle spiagge salentine. Un luogo da vivere “dall’alba al tramonto”: al mattino con la colazione a base di caffè, spremute, brioche, marmellate e dolci tipici. Aperitivi e pranzi da assaporare sotto il fresco tetto in paglia, in una location arredata con materiali naturali rappresentativi del Mediterraneo, dove il gusto è soddisfatto sia per il palato che per gli occhi. Alla sera, cocktail, long drink, bollicine, distillati di qualità e una vasta selezione di spirits. Nulla è lasciato al caso, nemmeno le ceramiche e gli arredi, figurarsi i piatti, presentati con cura e preparati con sapienza. Per cominciare un buon tagliere “Brisa” con formaggi ed affettati di qualità. Per continuare, una frisa “Vento di Sardegna” (in onore allo chef) a base di stracciatella, bottarga di Muggine e scorza di limone. Per gli amanti del pesce, una fresca tartare di gamberi, scampi o tonno. Oppure una pinsa romana, con alici e burrata. Il tutto con la possibilità di godersi un’esperienza completa, affittando ombrellone e lettini per la giornata.

A circa cento metri dalla spiaggia di Torre Pali si trova uno scoglio isolato, chiamato isola della Fanciulla. La leggenda narra che fu rapita dai pirati, stuprata ed uccisa per aver cercato di fuggire e per non aver voluto rinnegare la fede cristiana. Il suo corpo fu abbandonato sull’isola ed un vento miracoloso lo coprì di sabbia e pietre per proteggerlo da uccelli e granchi. Si dice che, nella nebbia dell'alba, durante le giornate di bonaccia, la si intravede vagare inquieta sulla riva. Perché anche la lampante bellezza del mare salentino può nascondere misteri e storie di paura.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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