• Oasi WWF Bosco San Silvestro
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  • Affaccio panoramico sulla Reggia
  • Belvedere di San Leucio
  • Acquedotto Carolino
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  • B -Acquedotto Carolino (4)Acquedotto Carolino
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Un’oasi WWF circondata da mura borboniche
Il cuore verde di Caserta a due passi dalla Reggia

A Caserta eravamo già stati, ma tornarci è stato davvero una sorpresa. Se nel nostro primo reportage su questa bella città campana vi abbiamo raccontato della Reggia e dei suoi Giardini (le attrazioni che l’hanno giustamente resa famosa anche all’estero), in questo vogliamo raccontarvi di un’oasi del WWF circondata proprio dalle mura borboniche alte 5 metri che circondano i 76 ettari di bosco: quella del Bosco San Silvestro.

Un bosco di lecci e macchia mediterranea, affacciato sui Giardini della Reggia, riconosciuto come Sito d'Importanza nel centro urbano di Caserta. Questo polmone verde si sviluppa sulle due colline contigue di Montemaiuolo e Montebriano, proprio dove nasce la cascata d’acqua che alimenta le fontane dello straordinario parco Vanvitelliano. In questa foresta sempreverde, meravigliosa anche in autunno per la gamma di colori dall’arancio al ruggine che il foliage regala, un tempo i Borbone si concedevano battute di caccia, riservandone una parte ad appezzamenti agricoli (come dimostrano alcune vigne ancora coltivate).

Gestita con passione e dedizione, quest’oasi del WWF offre anche la possibilità di pernottare all’interno (in sicurezza perché interamente recitata e sorvegliata). Lo si può fare in camper, roulotte, tenda, foresteria o nella casa ecologica. Queste ultime due soluzioni sono frutto del recupero, rispettivamente, dell’ovile borbonico trasformato in rifugio con 24 posti letto, cucina, sala pranzo con camino, bagni, docce e riscaldamento, e dell’antica abitazione di un colono con deposito di reti per l’uccellagione, restaurata con tecniche e materiali della bioedilizia, dotata di pannelli solari, celle fotovoltaiche, riscaldamento con termocamino e sistema di recupero delle acque piovane. Proprio davanti alla casa ecologica, è possibile sostare in una comoda area per camper illuminata e dotata di corrente elettrica, carico acqua potabile e scarico acque grigie e nere.

Noi abbiamo sostato qui, addormentandoci con il verso delle civette e svegliandoci con il cinguettio ed i raggi di sole che filtrano dai rami degli alberi. A pochi metri dall’area camper ci si può immergere nel bosco, seguendo uno dei numerosi percorsi da fare di giorno o di sera, individualmente o in una delle tante visite organizzate specie nel weekend. I nostri preferiti sono sicuramente il “percorso natura”, che in due ore consente di attraversare il giardino delle felci, l’area delle testuggini, lo stagno didattico, il giardino delle farfalle, le voliere, lo stagno delle tartarughe ed il museo del bosco, ma anche l’”itinerario storico e panoramico”, con cui abbiamo ripercorso la storia del bosco attraverso le testimonianze di epoca borbonica, incluso l’affaccio mozzafiato sulla Reggia. Nel weekend non mancano attività laboratoriali, visite a tema e spettacoli teatrali nel bosco dedicati ai bambini.

Assai gradito dai camperisti, anche il servizio di navetta per le principali attrazioni della zona, che consente di visitare i dintorni senza spostare il proprio mezzo. Un esempio: l’imponente Acquedotto Carolino a 10 minuti di auto da Caserta. Fu realizzato dall’architetto Vanvitelli, lo stesso della Reggia, su commissione del re Carlo di Borbone (da qui l’appellativo di Carolino), per alimentare le zone verdi della residenza reale, prelevando l'acqua alle falde del monte Taburno, e trasportandola per ben 38 km, per la maggior parte interrati. Non a caso i lavori durarono 16 anni e coinvolsero i più stimati studiosi e matematici del regno di Napoli, diventando una delle infrastrutture europee di maggior interesse architettonico e ingegneristico del Settecento. Dal 1997 patrimonio mondiale dell'UNESCO (assieme all'intero acquedotto, alla Reggia di Caserta e al complesso di San Leucio) è una possente struttura in tufo a tre ordini di arcate, lunga 529 m e alta quasi 56 m, sul modello degli acquedotti romani. Al momento della costruzione era il ponte più lungo d'Europa. Ed anche il più resistente, visto che è sopravvissuto indenne a ben tre terremoti. La tempra di un tempo è ormai merce rara.

Info: http://www.laghiandaia.info/


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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