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Magnetica ed inebriante, tutto quello che c’è da sapere su Bordeaux

Magnetica, elegante ma allo stesso tempo autentica. Bordeaux, famosa per il suo omonimo vino, ha una storia strettamente legata alla sua posizione geografica: sul fiume Garonna, dove si apre l'estuario della Gironda (il più grande d’Europa, lungo 75 km e largo 12). Un porto coloniale strategico per la navigazione e la pesca, che l’ha resa preziosa per i francesi (i quali per oltre tre secoli l’hanno dovuta rivendicare agli inglesi) ed effervescente dal punto di vista culturale ed accademico (ha sede nelle vicina Pessac, una delle più grandi università d’Europa, con i suoi 265 ettari di campus).

Cominciamo la nostra visita dall’enorme Place des Quinconces, importante fermata dei tram (senza linee aeree nel centro storico per non impattare il patrimonio artistico), con al centro il monumento in memoria dei Girondini, vittime del Regime del Terrore durante la Rivoluzione francese. Poco distante, in direzione opposta al fiume, ci si ritrova davanti al Gran Teatro, con le sue 12 colonne corinzie che sorreggono una balaustra ornata dalle statue di 9 muse e 3 Dee. I lavori, particolarmente complessi per la necessità di rinforzare le fondamenta a causa del terreno paludoso, si conclusero donando alla città un teatro molto innovativo per la fine del Settecento, oltre che orientato verso la città nuova. Nella stessa Place de la Comédie campeggia anche la scultura realizzata in ghisa dall’artista catalano Jaume Plensa, con un effetto ottico cangiante a seconda della luce.

Attraverso Passage Sarget e le sue boutique esclusive, arriviamo sull’elegante Cours de l’Intendance. Deviamo a sinistra risalendo Rue de la Vieille e ci concediamo una sosta golosa per assaggiare i Dunes Blanches (fragranti bignè ripieni di leggera e spumosa crema) nell’omonima pasticceria. Si contendono il ruolo di dolce tipico, con gli ancor più antichi canelès (piccoli pandolci con strato croccante e cuore morbido, aromatizzato con rum e vaniglia), in vendita, insieme a molte altre tipicità, nel grande Marchè des Capucins della domenica mattina.

Imponente ci si staglia di fronte la cattedrale di Sant’Andrea ed il suo campanile (meglio conosciuto come Tour Pey Berland) separato dall’edificio religioso. Per gli amanti dei panorami: i 231 gradini per salirvi vi consentiranno di spingere lo sguardo fino ai vigneti intorno alla città (ai quali andrebbe dedicata almeno una giornata).

Ma è nelle immediate vicinanze della Garonne che si concentrano i luoghi più emblematici di Bordeaux. A cominciare dall’intima ed alberata Place du Palais, adornata da una fontana di pietre piatte in acciaio e da una mappa tridimensionale del quartiere. Al fiume si arriva attraversando la massiccia Porte Cailhau, ingresso alla città di fine XV secolo, alta 35mt e dallo stile gotico e rinascimentale in contrasto con quello neoclassico 700esco dei palazzi intorno.

Tra i cespugli fioriti del lungofiume, in una piacevole passeggiata al fresco, si arriva al Miroir d'Eau, opera dell'architetto paesaggista Michel Corajoud che, in una giornata di pioggia, ispirato dal riflesso di Place de la Bourse (così simile alla parigina Place Vendôme, anche per le sue mansarde in ardesia), ha creato la più grande piscina riflettente del mondo, dove giocano i bimbi e si rinfrescano gli adulti. Nella bella stagione, ad intervalli di circa mezz'ora, questa distesa di granito grande quasi come un campo da calcio, viene prima inondata di uno strato di 2 cm di acqua (nella quale si riflettono gli splendidi edifici dell’Antica Dogana e della Borsa) e poi, mentre l’acqua si ritira, ricoperta da una fitta nebbiolina. A ragione, il luogo più fotografato di Bordeaux, che di spunti interessanti ne offre vari anche fuori dal centro.

A cominciare dai Bassins de Lumière a nord. Si tratta di un centro di arte digitale installato nella base sottomarina costruita dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Un’esperienza immersiva con musica, colori ed immagini che si susseguono con una potenza emozionale davvero unica. Fino al 23 gennaio prossimo, la principale esposizione permanente è dedicata a Venezia – La Serenissima.

Nella zona Sud, invece, c’è il palazzo MECA, dove sono ospitate le agenzie culturali dell’Aquitania ed il Fondo regionale di arte contemporanea. Progettato da un architetto danese, questo edificio alto 37 metri è un trionfo di volumi e linee oblique, dal colore bianco reso riflettetene dai vetri delle finestre. Dalla terrazza si può ammirare uno spettacolo straordinario sulla città che lascia nel visitatore un retrogusto piacevole, proprio come il vino locale.

Dove dormire e dove cenare

Per un soggiorno in posizione strategica, a costi contenuti e in una struttura rinnovata di recente e gestita da tre generazioni di donne: l’Hôtel des voyageurs. Di fronte alla fermata di tram, bus e navetta fluviale (che con il Citypass da 24/48/72 ore potrete usare senza limiti), a pochi metri dal Pont de Pierre che attraversa la Garonna, è situato in un palazzetto del 1850, un tempo di fronte alla Gare d'Orléans, la prima stazione ferroviaria della città. Offre 11 camere in pietra arenaria tipica. Squisite le colazioni con croissant, pain au chocolat e marmellate fatte in casa.

Per la cena, invece, tre indirizzi in cui l’enogastronomia francese eccelle. La vineria Les doux secrets d'Hélène nel quartiere Saint Paul offre una cantina con oltre 300 etichette locali e straniere ed un menù di tapas francesi ogni settimana diverso: salmone gravlax, formaggi (squisito il bleu), rillettes di terra, di mare o vegetariane, da accompagnare con un Aoc Pomerol. Al brunch domenicale (il più ricco della città, si dice) si aggiungono delizie dolci e succhi di frutta, ma anche ostriche e gamberi. Una location piena di storia: in questo locale sorgeva un tempo una storica cantina sociale conosciuta in tutta la città e punto di ritrovo di generazioni intere.

Per un’esperienza gourmet sperimentale e d’avanguardia, c’è Son. Un menù fisso che cambia ogni settimana in base ai prodotti di stagione ed alle intuizioni dello chef. Vedrete preparare piatti arditi sul bancone a vista. In un ambiente elegante, combinazioni insolite di sapori anche esotici, serviti e presentati con originalità in ciotole scavate nella roccia e in piatti che sembrano ostriche. Il tutto accompagnato da una selezione accurata di vini, tra il centinaio nella cantina del ristorante.

Per gli amanti della cucina fusion (giapponese ma influenzata dalla gastronomia francese), nel quartiere des Chartrons, c’è Foodji. Una saletta affacciata ad un balcone di ferro battuto, ospita una decina di tavoli dove assaggiare piatti con prodotti freschi di giornata. Squisito il salmone, sia nel tataki che nel sashimi, così come il manzo, tenero e gustoso. Molto saporiti anche gli ingredienti di contorno, a cominciare da yuzu, zenzero, cipollotti, uova di pesce volante e riso molto ben condito.

La Cité du Vin

La Cité du Vin è un contenitore culturale dedicato al vino come patrimonio culturale universale. Giustamente settimo nella classifica dei migliori musei al mondo per National Geographic, offre un viaggio immersivo, tecnologico ed interattivo sul vino attraverso luoghi, storia e culture. La forma rotonda ricorda quella di un decanter. La visita, con audioguida in 8 lingue, si sviluppa in 20 aree tematiche, intrattenendo con installazioni ed oltre 120 produzioni audiovisive, e si conclude con una degustazione di vini provenienti da tutto il mondo con vista panoramica su Bordeaux e i suoi dintorni dal belvedere alto 35 mt. Incluso nel City Pass (con ingresso entro le 12) e raggiungibile anche con navetta fluviale, è un luogo da non perdere. Emblematico ed unico nel suo genere.

Info: bordeaux-turismo.it


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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