Santa Fe, pietra miliare della Costituzione argentina
Nella sua storia cinquecentenaria (fu fondata da Juan de Garay nel 1573), è stata già dimostrata almeno due volte. La prima, quando l’intera città fu trasferita 80 km più a Sud dell’originaria posizione, perchè i terreni non erano adatti ad alcune coltivazioni. La seconda, più recentemente, quando il fondale troppo basso nel porto costruito nel 1910 ne ha reso necessaria la dismissione e la realizzazione di un altro fuori città. Nonostante Santa Fe sia più antica di Buenos Aires, ha preso ispirazione dalla riqualificazione di Puerto Madero, un tempo zona malfamata della capitale argentina. I vecchi sylos del grano sono stati trasformati due anni fa in un hotel con annessi casinò e shopping mall, a disposizione di turisti e residenti.
Gli amanti dello shopping possono approfittare anche dei ben 7 isolati di strada pedonale sulla quale si affacciano negozi, cafè ed uno splendido teatro con foyeur aperto al pubblico per gustare un tè o assaggiare una torta al dulce de leche (crema molto simile alla mou).
Molto interessante la visita dei tre musei: etnografico, storico provinciale (in una casa coloniale del 1600) e francescano. Quest’ultimo ha sede nell’edificio più antico della città (1680): un convento di fango e legno (all’epoca in zona erano queste le materie prime più facilmente reperibili), affianco al quale alcuni francescani ancora vivono ed insegnano.
Un altro dei punti forti dell’offerta turistica per stranieri e argentini è il “Cammino della Costituzione”: un percorso attraverso i luoghi dell’indipendenza nazionale dalla Spagna. E’ a Santa Fe, infatti, che nel 1853 fu sottoscritta la Costituzione da rappresentanti di tutte le Province (tranne che da Buenos Aires che accettò di aggiungersi, a patto di essere capitale, solo alcuni anni dopo). E’ sempre a Santa Fe che fu riformato il testo costi- tuzionale per ben quattro volte: 1860, 1866, 1957 e 1994. All’interno del complesso francescano è stata riprodotta la sala della firma con oggetti originali dell’epoca e manichini dei firmatari realizzati sulla base dell’enorme quadro esposto nel Salon de los pasos perdidos del Parlamento argentino.
Sulle tracce dell’indipendenza, la Plaza 25 de Mayo, nucleo urbano di fronte al Cabildo. E ancora: la casa del brigadiere Lopez e di Manuel Leiva, la legislatura provinciale, il museo delle belle arti, il club dell’ordine, il teatro municipale, l’hotel Castelar, la piazza di Spagna e quella dei Costituenti, il rettorato e la facoltà di Scienze giuridiche e sociali dell’Università nazionale.
In comune con il “Cammino delle Sette Chiese”, oltre al convento francescano, anche il museo dei padri gesuiti e la basilica di nostra Signora del Carmen. Cattolicesimo e nazionalismo, religione e politica, anime di questa grande Nazione, trovano a Santa Fe un perfetto punto di equilibrio. Sette chiese per un percorso da fare anche ma non solo nella Settimana Santa. La tradizione di pregare in varie chiese ripercorre ideologicamente l’itinerario di Gesù, la cosiddetta Passione. Santa Fe propone la visita a sette chiese cittadine: la cattedrale metropolitana di tutti i Santi (in epoca coloniale riservata solo agli spagnoli), il tempio di nostra Signora dei miracoli (chiesa gesuita in cui è conservato il quadro della Vergine che trasudò miracolosamente nel 1636), il tempio di Sant’Anna ed il convento/museo di San Francesco (complesso del 1680 con muri spessi 1,80 mt), il tem- pio di nostra Signora del Rosario ed il convento di San Domenico (sotto la cupola di 50 mt i nuovi re spagnoli giuravano fedeltà), il tempio del Sacro Cuore di Gesù (uno dei pochi costruiti “di spalle”), la basilica di nostra Signora del Carmine (chiesa del porto che conserva l’orologio dell’antico Cabildo santafesino nella torre ovest) e quella di Guadalupe.
Strettamente legato a quest’ultima, il pellegrinaggio verso la Vergine di Guadalupe, la seconda domenica dopo Pasqua, attira migliaia di fedeli ogni anno. Una tradizione che nasce in Messico e viene importata dall’Argentina con una piccola modifica. Invece del 2 dicembre, i santafesini l’hanno posticipata a marzo/ aprile.
All’inizio del mese natalizio, infatti, i contadini erano troppo impegnati nella raccolta per poter partecipare al pellegrinaggio. Agli appassionati del tema, non sfuggirà la visita al museo dei Gesuiti ed alla mostra permanente “Sentieri tra scienza e fede: un’archeologia della conoscenza di Santa Fe”. Tra le altre festività religiose festeggiate: la Vergine dei miracoli (9 maggio) e l’Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre).
Santa Fe è anche una città di fiume (sorge dove confluiscono Paranà e Salado) ed è collegata alla città di fronte (Paranà, appartenente alla Provincia di Entre Rios) attraverso il tunnel subfluviale Hernandarias. Opere ingegneristica inaugurata 40 anni fa, consente di attraversare il fiume in 37 tubi di cemento illuminati da 4.200 neon: tre km sott’acqua. Per gli appassionati di ponti e trafori, è una variante imperdibile. Pedaggio di 5 pesos in en- trambi i sensi di marcia.
Ha qui sede anche il birrificio Schneider. Mille bottiglie al minuto: è lo standard produttivo della cerveceria fondata nel 1911 dal tedesco Otto Schneider. L’omonima birra, leggera ed a bassa gradazione. E’ molto diffusa in città a qualsiasi ora della giornata. Il più grande birrificio del Sud America è interamente visitabile: guide specializzate vi guideranno attraverso gli enormi ambienti del processo produttivo fino all’imbottigliamento. All’uscita, delizioso biergarten in perfetta tradizione tedesca. Patio fiorito d’estate e giardino d’inverno con il freddo, eÌ preso d’assalto da turisti e locali fino a tarda ora.
Maristella Mantuano
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