• Partita di polo
  • Partita di polo
  • Gli attrezzi del lavoro
  • Partita di polo
  • Partita di polo
  • Paracolpi sulle zampe dei campioni
  • Partita di polo
  • Pit stop
  • Bordo campo
  • Gli attrezzi del lavoro
  • Partita di polo
  • Partita di polo
  • La quiete dopo la tempesta
  • La quiete dopo la tempesta
  • Relax dopo partita
  • La premiazione
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • La estancia
  • El asador
  • La estancia
  • Tomàs, polo manager
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Vita in scuderia
  • Basilica di Nuestra Señora di Luján
  • Basilica di Nuestra Señora di Luján
  • Basilica di Nuestra Señora di Luján
go back

Un weekend di polo (da vedere, vivere e giocare) nel cuore della Pampa argentina

Esclusivo. E’ questo l’aggettivo che meglio descrive lo sport in cui l’Argentina rappresenta il “non plus ultra” mondiale: il polo. Cavalli lanciati a 50 km orari in campi tre volte quelli da calcio, repentini cambi di direzione e brusche frenate. Otto giocatori brandiscono una stecca per colpire una piccola pallina che schizza anche a 180 km ora.

Anche nell’immensità di un’estancia argentina come La Aguada Polo & Clinic Resort (300 ettari e 5 tra i migliori campi del Paese), il rumore degli zoccoli dei cavalli al galoppo e le urla dei giocatori impegnati in una partita risuonano emozionanti a bordo campo dove, seduti sull’erba profumata, si sorseggia una gassosa con la luce rossa di un tramonto australe. Ma non mettetevi troppo comodi: tra un tempo e l’altro, gli spettatori entrano in campo per riposizionare le zolle sollevate dagli zoccoli.

Nonostante sia uno sport per pochi è anche l’unico al mondo a rendere necessario affiancare nella stessa squadra professionisti ed amatori, uomini e donne. La somma del valore di ciascun giocatore (il cosiddetto handicap) non deve superare una quota diversa da torneo a torneo.

Far parte di questo mondo dorato, anche solo per un weekend, è adesso possibile ad appena 65 km dalla capitale Buenos Aires. Un’esperienza indimenticabile perché vissuta a stretto contatto con i giocatori, con i cavalli, con chi li cura quotidianamente e con uno staff professionale ed affettuoso guidato dalla resort manager Florencia. Al centro di questa distesa di alberi e di dolci colline sorge “La Rosada”, la splendida mansione della famiglia Novillo Estrada, da quattro generazioni nel polo e nell’allevamento di cavalli richiesti dai giocatori di tutto il mondo.

E’ in questo contesto suggestivo che si disputano quattro tornei annuali, a cominciare da quello in onore di Don Julio Novillo Astrada, fondatore della tradizione familiare, proprio durante l’Open Palermo a Buenos Aires.

L’omonima squadra “La Aguada” è composta da 4 fratelli di questa famiglia e nel 2003 ha vinto tutti e tre campionati più importanti del mondo. Il più giovane, Alejandro, 34 anni, ci spiega che hanno deciso di aprire le porte della loro proprietà all’ospitalità deluxe, destinando nove camere spaziose e lussuosamente arredate agli ospiti che da tutto il mondo vi giungono per vivere questa esperienza unica.

Vi sveglierete al suono degli uccellini che si abbeverano all’acqua della piscina subito fuori dalle grandi vetrate che si affacciano sul porticato fiorito dove sorseggiare mate accompagnata con facturas e alfajores de maicena. L’enorme parrilla fumante riserva sempre un asado indimenticabile a base di tenera carne argentina da condividere con gli altri ospiti. Proprio come la colazione servita sul grande tavolo in legno nell’enorme sala da pranzo, proprio accanto alla cucina quadrata con al centro la grande isola sulla quale penzolano pentole di ogni forma e dimensione. Attorno, le sapienti mani delle cocineras in divisa preparano delizie di ogni genere per gli ospiti.

Il polo manager Tomàs vi condurrà a visitare le stalle di queste star a quattro zampe. Dormono su morbidi giacigli, seguono una dieta particolare, viaggiano in aereo, vengono lavati, pettinati e portati ad allenarsi ogni giorno: sono loro i veri atleti. La più famosa qui è Anonima (curioso l’ossimoro col nome): il suo valore è inestimabile, la sua discendenza preziosissima. Per questo un’intera area è dedicata alla riproduzione: dopo essere stata fecondata artificialmente, gli embrioni delle cavalle con maggior valore vengono spostati nel ventre di cavalle-balie che portano a termine la gravidanza. Una pratica innaturale , ma che consente a queste cavalle di continuare a giocare ed a vincere, proseguendo la stirpe. Solo al momento del ritiro dallo sport verranno dedicate completamente alla riproduzione. Anche per questo (oltre che per il temperamento più mansueto) vengono preferite ai maschi.

Come dicevamo, il cavallo è fondamentale ma non può vincere da solo. Nel polo la vera forza è costituita dalla sintonia del trio jugador-caballo-petizero. Quest’ultimo è colui che conosce meglio l’animale, che lo capisce con un solo sguardo perché lo vive tutti i giorni e che, quindi, è l’intermediario perfetto con il giocatore.

Le giornate a La Aguada scorrono tra corsi di avvicinamento al polo e cavalcate nel verde, ma non vi lasciate sfuggire l’occasione di visitare il vicino San Antonio de Areco, storico paesino della Pampa argentina, emblematico per scoprire gli usi ed i costumi dei gauchos. Molto bella la cappella in stile coloniale e rinascimentale, inaugurata da José Ruiz de Arellano nel 1730. Dopo averla visitata, affacciatevi in una delle botteghe di accessori in pelle e utensili in metallo magistralmente lavorati dagli artigiani locali. Se ci capitate a novembre, meglio ancora: in paese c’è la settimana delle tradizioni criollas argentine, con tanto di parata di cavalli.

Vicina anche Lujan, capitale argentina della fede, meta di pellegrinaggio per milioni di cattolici, specie l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata. E’ nella mastodontica Basilica neogotica che è conservata la statua della Madonna patrona del Paese, alta appena 38 cm. Progettata dall'architetto francese Ulderico Courtois nel 1889, fu terminata nel 1937. Con le sue torri di 106 metri, il tetto in rame e i portoni in bronzo domina la pianura circostante. Ritroverete qui l’originale al quale si ispirano le tantissime immagini sparse in tutto il Paese. Non mancate di visitare la cripta con la stessa superficie della Basilica: ospita più di 60 statue della Madonna provenienti da tutte le parti del mondo. Dalle Madonne dell’America Latina, a testimonianze della devozione mariana in Asia ed in Europa. Diversità, ma anche molte analogie tra culture e popoli diversi e lontani, ma uniti dalla stessa devozione.

Non c’è luogo in Argentina, pubblico o privato, ove non sia presente la caratteristica immagine della Madonna di Luján, con il suo manto azzurro seminato di stelle, le mani giunte dinanzi al petto e i piedi sopra le nuvole, tra luna e angeli. Non fanno eccezione nemmeno le stalle dei cavalli super star del polo argentino.

Info:
www.laaguadapolo.com
www.destinationargentina.com


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




Every picture is protected by copyright and trademark law and other related intellectual property rights. Copyright, in the pictures as owned by Victor Liotine. The pictures are also protected by moral rights. The owner asserts his moral right to be identified as the author wherever and whenever his photographs are copied or distributed by any means