Istanbul dei tulipani, dei cani e dei gatti che (naturalmente)vanno d’accordo

I tulipani. Milioni e milioni di tulipani sparsi dinanzi ad ogni moschea, ogni chiesa, ogni sinagoga perchè ad Istanbul ce n’è per ogni fede. Ritti e fieri sullo stelo, come gli antichi guerrieri turchi, per ricordare a chi li guarda “ che da qui sono arrivati fino in Olanda, e non il contrario”. Tulipani di tutti i colori e di tutte le razze, neri, gialli, screziati, viola scuro, rosso acceso.

Quasi ad avvisare: chi si immagina di vedere in strada una massa di uomini scuri coi baffoni e grosse sopracciglia e donne piccole e grasse, si sbaglia. Ce ne sono, certo e sono quelli che t’aspetti: ma è quello che non t’aspetti che sbalordisce. Tanti turchi hanno lo sguardo azzurrino e trasparente del nord Europa e tante ancora, cosce lunghe degne della svedese più svedese che si possa pensare. Come i loro amatissimi tulipani anch’essi sono frutto di incroci: certo quelli floreali meno cruenti di quelli umani.

“Mamma li turchi” lo diceva ancora la nostra bisnonna, quando doveva manifestare spavento: e ricordava i racconti della sua, di bisnonna, che narrava storie antiche di guerrieri neri e rossi come demoni che arrivavano veloci su barche, di notte, per rapire fanciulle e fanciulli e seminare distruzione, morte, terrore. Già: l’uomo nero di antichissima, quasi ancestrale memoria. Se chiedi a un turco, magari evitando di guardarlo negli occhi, perchè potrebbe sembrare un invito (sic!) della tratta delle bianche, ti risponde con un mezzo sorriso “Sono leggende, macchè” e al nostro mezzo sorriso di replica aggiunge “ però, siccome lo dicono in tanti, può darsi che ci sia un fondo di verità”.

E, a proposito di incroci, quelli umani, negli harem dei palazzi dei Sultani, da Topkapì a Dolmabahce da vedere per magnificenza e splendori vari, dovevano essere piuttosto trafficati: lo testimoniano i quadri che, quando non raffigurano scene di guerra e donne (bionde e rosse possibilmente) vendute al mercato degli schiavi al pari di giumente, narra- no di bimbi figli di mogli, favorite, concubine teneramente ritratti abbracciati a mamme prigioniere per sempre. Non sappiamo quanto felici e privilegiate, perchè sempre di gabbie si trattava.

Acqua passata, comunque. Ora i turchi non fanno più paura: e, se non sono asso-lutamente impegnati a fregarti nella contrattazione o a litigare per un problema di traffico, sono tra le persone più gentili con cui si possa avere a che fare. Gentilezza vera, si badi bene, non affettata o di maniera. Di cuore, insomma. Lo stesso cuore che mostrano nei confronti dei gatti che, come i tulipani, popolano le strade di Istanbul. Aiutano a tenere pulita la città dai topi: va da sè che, nella città dove convivono tante anime, i gatti vanno d’accordissimo coi cani. Si dividono gli spuntini dei bottegai, le carezze dei tantissimi turisti e le aiuole dei tulipani, naturalmente.

Ah, le strade di Istanbul, che meraviglia: pulite, pulitissime . Anche quelle strettissime dei mercati; ordinati come nessun altra casbah o suck tunisina o marocchina o egiziana. Al punto che, se devi buttare una cicca in terra, ci pensi tre o quattro volte: al punto che - è capitato proprio a noi, nella grande Caddesi Istiklal che si snoda dalla occidentalissima piazza Taksim (alle tre del mattino pare di essere a Trafalgar Square o a Champ Elisèe)- avendola schiacciata sotto alla scarpa e pronti a chiuderla in un fazzolettino, ci siamo visti raggiungere da un netturbino comunale con tanto di paletta e busta di plastica, e soprattutto un gran sorriso.

Istanbul è anche città dei colori: a cominciare da quelli dei grandiosi ponti sul Bosforo che collegano le due sponde, Asia e Europa. Se alzi gli occhi al cielo e non hai dinanzi le guglie dei minareti che cinque volte al giorno con gli altoparlanti diffondono la nenia cupa degli imam che invitano alla preghiera, ti sembra di stare a New York o a San Francisco. Se poi lo fai al tramonto che qui ci è capitato di vedere di un incredibile viola turchino ti accade di vederli cambiar colore ogni dieci minuti: rosso, blu, rosa, giallo eppoi di nuovo. Ed è questo che ti porti dentro di Istanbul: i colori. E le tante anime di una città che non t’aspetti.

DA NON PERDERE - A prescindere dal tempo a vostra disposizione, ecco cosa non dovete assolutamente perdere a Istanbul: 1. Passeggiata serale intorno alla moschea (ex chiesa) di Ortakoi. Nel weekend bancarelle di ogni tipo, con merce tipica ed a buon prezzo, invadono i vicoletti. Imperdibili: la piazzetta sul Bosforo con vista sull’omonimo ponte illuminato e un aperitivo al tramonte su una delle decine di attici trasformati in bar. 2. Il palazzo di Topkapi. L’harem ed i giardini valgono da soli una visita. Calcolate circa 3 ore. Ottima guida in cuffia con tutte le lingue. 3. Le dirimpettaie Haya Sofya, che con- serva la magnificenza della tradizione architettonica cattolica, e la suggestiva Moschea Blu, con le sue cupole decorate dello stesso colore. Tra una e l’altra attraverserete una splendida piazza fiorita di tulipani con prati, panchine e fontane. 4. Il bazar egiziano detto “delle spezie”. Raccolto ed ordinato, vi consentirà di comprare spezie, profumi, tisane e sciarpe a buon mercato. Vi raccomandiamo quelle in shatoosh (barbetta di capra). Di otti- ma qualità quelle dell’omonimo negozio (sulla destra del vicolo principale).

DOVE DORMIRE - “Feel home away from home”. Un detto inglese traducibile con “sentir- si a casa, lontano da casa”. Molte strutture alberghiere se ne fregiano, non tutte avendone realmente i titoli. C’è un albergo a Istanbul (uno dei tanti: sembra essercene uno ad ogni angolo di strada) dove questa sensazione diventa realtà nel momento in cui si varca la soglia. Il Sirkeci Konak Hotel, premiato dai viaggiatori della comunità internazionale di TripAdvisor come 1° a Istanbul e tra i 25 migliori del mondo, è un delizioso 4 stelle alle spalle della moschea blu e di Haya Sofia. Le 52 camere, lussuosamente arredate in gusto ottomano, si affacciano sui giardini del palazzo Nel tardo pomeriggio, ad accogliervi, oltre al consueto sorriso del personale, deliziosi sandwich e succhi di frutta e tè da consumare nel confortevole salone o davanti al pc connesso ad internet e a disposizione (gratuitamente) degli ospiti. Se si è troppo stanchi per immergersi nella convulsa movida notturna della città, il Sirkeci offre la possibilità di cenare nel ristorante con affaccio in una stradina tipica, in quello specializzato in pesce o (in estate) sulla terrazza con vista mozzafiato. Per assaporare l’atmosfera turca, infine, imperdibile usufruire gratuitamente dell’hammam, della piscina, della palestra e della sauna riservate ai clienti. La piacevolezza del tè di benvenuto al momento del check in si ripeterà ad ogni colazione. Nella sala illuminata dal sole potrete assaggiare yogurt, cereali, frutta fresca, croissant, ver- dure, prosciutto, formaggi: tutto rigorosamente fresco e di prima qualità. Di seguito, infine, i nostri ristoranti preferiti.

A pochi metri dall’ingresso del palazzo di Topkapi, vi consigliamo il giardino dell’albergo Yesil Ev (Kabasakal Caddesi 5). Sotto le folte chiome degli alberi e circondati da aiuole di tulipani e fontane, potrete ritemprarvi davanti a squisite grigliate di ottima carne. Servizio eccellente, musica classica di sottofondo, atmosfera coloniale. Se piove, fa freddo o c’è vento, splendida serra in vetro riadattata a ristorante ed immersa nella vegetazione. Pasto completo da 20 a 25 euro. Sulla pedonale Istklal Caddesi, interrompete lo shopping per assaggiare la pizza turca o i lahmacun nel ristorante Konak (al numero civico 259).


Maristella Mantuano




Every picture is protected by copyright and trademark law and other related intellectual property rights. Copyright, in the pictures as owned by Victor Liotine. The pictures are also protected by moral rights. The owner asserts his moral right to be identified as the author wherever and whenever his photographs are copied or distributed by any means