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  • Il Ponte della Cappella (interno)
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  • Galleria Rosengart
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Lucerna, la città svizzera dei ponti più antichi e dei treni a cremagliera più ripidi

Lucerna deve la sua fortuna all’acqua. E’, infatti, divisa in due dal fiume Reuss ed affacciata sul lato nord occidentale del lago dei Quattro Cantoni. I simboli di questa città nel cuore della Svizzera, snodo strategico del trasporto di merci e passeggeri, non a caso, sono proprio due ponti coperti tra i più antichi d’Europa: lo Spreuerbrueke (Ponte del Mulino) e il Kappellbrueke (Ponte della Cappella). Dal fascino sinistro e l’andatura a zigzag, il primo unisce le sponde del Reuss e delizia (si fa per dire) chi lo attraversa con la Danza della Morte, una serie di dipinti del XVII secolo in stile medievale che ritraggono sacerdoti, guerrieri, principi, studiosi, spose, suore, legislatori, cacciatori e mugnai in balia della Morte sorridente e beffarda. A metà del ponte, una piccola cappella del 1586 con una Madonna a protezione dalle piene del fiume ci ricorda che Lucerna è rimasta cattolica (al contrario di gran parte delle città svizzere, divenute protestanti). Il Kappellbrueke, invece, è caratterizzato dalla Torre dell’Acqua (fortificazione trecentesca adesso utilizzata per piccoli ricevimenti) ed è stato in parte ricostruito dopo l’incendio del 1993, forse causato da una sigaretta. Anche qui l’attraversamento è allietato da dipinti del XVII (originali e non) in questo caso, però, dal tema più leggero: la storia cittadina e nazionale.

La vita cittadina predilige gli spazi aperti dove improvvisare pomeriggi danzanti, giocare a ping pong o sfidarsi a bocce e dame. Oltre allo shopping di lusso, c’è spazio anche per mercatini caratteristici, come quello che ogni sabato mattina prende il posto dei tanti tavolini dei ristoranti e locali serali per la vendita di frutta e verdure coltivate nella vicina località di Weggis, dal clima più favorevole all’agricoltura. Potrete trovare qui anche il luccio, pesce fluviale abbondante in zona, dal quale prenderebbe il nome la città.

Oltre alla decentrata Hofkirche di San Leodegario, Patrono della città, facilmente riconoscibile grazie alle due appuntite torri gemelle, la città vanta di una splendida Chiesa dei Gesuiti, la prima in stile barocco della Svizzera. Particolarmente somigliante a quella del Gesù di Roma, si sviluppa in un’unica navate ed è interamente in gesso dipinto. Sono qui conservati il bastone e la tonaca di San Nikolao, protettore nazionale ed unico Santo svizzero, che visse (arrivando ai 70 anni) da eremita nei boschi vicino Lucerna, nutrendosi di erbe e piante.

Lucerna ha saputo “esorcizzare” l’atmosfera misteriosa che la percorre (basti pensare che i registri cittadini del 1419 riportano la prima caccia alle streghe contro un uomo) con uno dei carnevali più divertenti di Svizzera, con tanto di battaglia delle arance e corteo in maschera avviato da un colpo di cannone. Se ci andrete in un periodo diverso, non potrete non notare le splendide maschere sulla fontana di Kappel Platz e gli affreschi sui palazzi del centro storico, raffiguranti il cacciatore infernale Turst, la moglie Straggeli, una strega e cani a tre zampe.

Per avere una panoramica d’insieme sulla città, salite sulla verde e residenziale collina, dov’è ancora intatto un tratto di 800 mt di antiche mura merlate e costellate da ben otto torri di guardia: il Museggmauer. Se avete fiato, salite su quella con l’orologio: dopo la carica manuale e quotidiana dell’orologiaio, è l’unico automaticamente a battere il tempo un minuto prima di tutti gli altri orologi cittadini.

Non mancano anche esempi di arte moderna e contemporanea. Basti pensare alla stazione ferroviaria, ricostruita anch’essa dopo un incendio, la cui facciata è opera, tra gli altri, dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, alla ex fabbrica di tubi Boa, oggi centro di cultura alternativa, ed alla Fondazione Rosengart, che abbiamo avuto l’eccezionale fortuna di visitare accompagnati dalla signora Angela Rosengart in persona, sorridente ed ospitale. Collezionista di razza, eredita da giovanissima la passione per l’arte dal padre Siegfried (direttore della Thannhauser Gallery di Monaco) ed inizia prestissimo ad acquistare opere di Picasso (amico di famiglia), di Klee (originario della vicina Berna) e di impressionisti e modernisti. Oltre 130 opere delle 300 esposte in quella che fino al 1992 fu la sede cittadina della Swiss Bank , sono di Picasso. Lei, che lo ha conosciuto di persona e che durante un incontro fu ella stessa ritratta da lui, lo definisce “un geniale innovatore di se stesso, capace di essere giovane anche da anziano”. A raffigurarlo nella vita quotidiana come sul lavoro, da solo o con prole, mogli e cani, il grande fotografo David Douglas Duncan, autore di un esclusivo scorcio sulla vita privata del grande maestro spagnolo.

La sperimentazione a Lucerna continua anche ai giorni nostri. Per festeggiare i 200 anni di ospitalità della città (il primo albergo fu inaugurato a Rigi nel 1815), è stata a giugno la prima delle sei tappe del Gästival che ha portato in giro per il Lago dei Quattro Cantoni un’enorme ninfea galleggiante (seerose), disegnata da un architetto di Lucerna e sviluppata dagli studenti della facoltà cittadina di architettura. In questo spazio architettonicamente olistico, non un edificio né una nave, ma una scultura capace di ospitare fino a 700 persone con un programma di concerti, spettacoli teatrali, eventi enogastronomici e culturali (ultima tappa Vitznau dal 17 settembre al 4 ottobre 2015).

A vegliare su Lucerna, tre monti: lo Stanserhorn, il Rigi, ed il Pilatus, ideali per escursioni nel verde, mountain bike, trekking e sport invernali. Per raggiungerli, innanzitutto, attraversate il lago (dalla forma di una zanzara) con battelli a vapore della belle epoque (1901-1928), dichiarati monumenti nazionali e perfettamente funzionanti. Potrete poi scegliere se arrivare in vetta al primo con l’unica funivia cabrio del mondo, al secondo a bordo della ferrovia a cremagliera più antica d'Europa o al terzo con quello più ripido. Noi abbiamo scelto di arrivare fin in cima al Pilatus a bordo di un capolavoro ferroviario dell’ingegneria con cabine aerodinamiche che regalano una vista a 360° sul panorama ed un sistema di scartamento unico al mondo, capace di salire 4 km in mezz’ora, con pendenze fino al 48% (costo biglietto di andata e ritorno: 72 franchi).

Una volta saliti in vetta, il panorama è mozzafiato. Le leggende narrano che tanti nei secoli sono stati gli avvistamenti di draghi, anche se adesso la cosa più “terrificante” che potrà capitarvi è di scorgere una marmotta o uno dei 120 stambecchi che qui vivono indisturbati. Chi si inerpicherà a piedi fino alla cima potrà vedere da vicino il sistema di misurazione dei cambi di altezza della montagna, la stazione meteorologica e quella di controllo del traffico aereo. A disposizione degli amanti del silenzio e di coloro ai quali l’altezza fa venire languorini, la possibilità di soggiornare in due hotel, tra cui lo storico e recentemente ristrutturato Hotel Pilatus-Kulm, o di fermarsi in oltre 7 punti ristoro. Tra questi il ristorante Cheminée Saal, dove assaggiare i deliziosi ravioli con noci, pomodori secchi e funghi, dinanzi al camino acceso. Il Pilatus è anche il posto giusto per ragazzi e bambini, grazie al parco avventura ed alla pista estiva per slittini rispettivamente più grande e più lunga della Svizzera.

Se rientrate in città per l’ora di cena, scegliete il ristorante Pfistern lungo i portici affacciati sul fiume, meta preferita di turisti e residenti per una passeggiata rilassante. Assaggiate il Lozarner Buureplatti (piatto misto alla contadina con prosciutto, salmone, manzo affumicato e formaggio Sbrinz stagionato 24 mesi), l’Entlebuecher Tatschli (patate e porri fritti in pastella croccante con salsa di panna al chili), l’Apler Maggronen (pasta kensen con patate in panna, cipolla fusa e purè di mele). Dentro il ristorante, una bread station con tanti tipi di pane (alle erbe, ai cerali, al grano arso, etc) dalla quale servirsi in formula all you can eat.

Il nostro consiglio per il soggiorno è, infine, l’hotel Ameron Flora (proprio di fronte alla Rosengart Gallery). A 150 metri dal Ponte della Cappella e a 300 metri dalla stazione ferroviaria e dal lago, è un 4 stelle in stile moderno, dominato dai toni caldi del rosso e dell'avorio. Nella brasserie al piano terra, dalle 6.00, colazione a buffet con croissant appena sfornati, uova strapazzate, bacon, salsicce, panini freschi, caffè (anche da asporto), cereali, formaggi e salumi. La domenica avrete tempo fino alle 14. Sempre che la voglia di uscire alla scoperta di questa bella città e dei suoi splendidi dintorni non abbia la meglio sul sonno.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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