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Catania, sapori e profumi della capitale siciliana dello street food

L’Atene sicula e la Milano del Sud, ma anche la capitale siciliana dello street food. Arancini, cannoli, cassate, granite e frittura di pesce: prelibatezze tipiche di Catania, bella città della costa orientale della Sicilia. Come street food comanda, da assaporare senza la formalità di un tavolo apparecchiato, ma immersi negli odori, nei colori e nei suoni catanesi. Strategica per la visita anche di Taormina a Nord Est (54 km) e Siracusa a Sud Est (66 km), Catania è ben servita da diverse compagnie aeree low cost. Volotea, per esempio, la collega con 6 città italiane.

Cominciamo la visita di Catania di buon’ora, quando il sole illumina le ricche facciate di Piazza del Duomo e di Piazza dell’Università. Non vi stupite dell’irregolarità della disposizione urbanistica: dopo essere stata danneggiata da ben 9 eruzioni del vulcano Etna, che sovrintende ancora attivo sulla città, gli urbanisti hanno pensato bene di renderla irregolare per garantire sempre vie di fuga in caso di fuggi-fuggi improvvisi.

La curiosità ci ha subito spinti al di là della fontana dell’Amenano (il fiume sotterraneo che scorre in senso contrario alla direzione del mare, tuttora visibile solo nell’anfiteatro romano e nel ristorante-grotta dell’Agorà Hostel) dove dalle prime luci del mattino, va in scena lo spettacolo catanese per eccellenza: il mercato del pesce (per i locali: la “pescaria”). In un terrapieno delle mura, bancarelle di vongole e telline si alternano a tonni e pesci spada, ambulanti dai volti segnati ed invecchiati dal sole richiamano a gran voce i potenziali clienti. Turisti curiosi, signore esperte con carrellino al seguito e pensionati con buste sgocciolanti animano questa grande scena teatrale. Impossibile soffermarsi sui dettagli, ci si può solo lasciar stordire dalla vista d’insieme.

Tornate in Piazza del Duomo senza ripassare accanto alla fontana, bensì tra le bancarelle di frutta e verdura (economica, colorata e di formati enormi) miste a spezie e formaggi. Un tripudio di profumi direttamente dalla terra siciliana, assolata e rigogliosa. Proprio di fronte alla facciata barocca del Duomo dedicato alla Santa Patrona Agata, sorge il simbolo della città: l’elefante U Liotru (da Eliodoro, nome del mago che lo trasformò in pietra lavica).

Passa da qui, via Etnea: costellata di negozi, è il luogo ideale per una passeggiata a base di shopping. Percorretela fino al Giardino Bellini: passate sotto gli enormi ficus benjamin ed entrate in quest’oasi di fresco (Catania in estate è spesso la città più calda d’Europa), dove si passeggia con cani al guinzaglio, bimbi in bici o si fa running per smaltire la pasta alla Norma. Il giardino, così come il teatro e la piazza, sono intitolati all’omonimo musicista catanese per eccellenza, le cui spoglie riposano nel Duomo.

Da non perdere anche il il Castello Ursino, di origine medievale, ben conservato, ed il Museo dello Sbarco, allestito permanentemente nelle Ciminiere, spazio espositivo ricavato nelle vecchie raffinerie di zolfo accanto alla stazione dei pullman. Una visita interattiva sullo sbarco degli Alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale e sulle condizioni di vita dei siciliani dell’epoca. Un tema particolarmente sentito a Catania: con 87 incursioni aeree, fu la città più colpita con 718 morti e 1007 feriti. Lo scotto da pagare per essere sede di porto e aeroporto. La visita guidata comincia con l’ingresso in una tipica piazza siciliana degli anni ’40. Al suono della sirena di coprifuoco, si entra tutti in un rifugio antisismico, dove rumori, voci e sussulti fanno vivere il buio terrore di un attacco aereo. Si prosegue tra video, cimeli, divise di tutte le forze armate che hanno partecipato. Emozionante ed istruttivo allo stesso tempo.

Per una passeggiata serale, consigliamo il quartiere di San Berillo, adesso casa di bohemien ed artisti, ma con un passato “a luci rosse” che fece valere a Catania il soprannome di Amsterdam di Sicilia. Spaccio, prostituzione e marginalità in generale sono adesso solo un lontano ricordo. Edicole religiose e graffiti dissacranti su luoghi e personaggi famosi: l’atmosfera è alternativa al punto giusto, ma allo stesso tempo rilassata e conviviale, adatta a bambini e coppie (anche gay). Davvero un’oasi felice (adesso).

A noi Catania rimarrà nel cuore, oltre che sui vestiti. Perché il bello di essere qui, immersi negli odori e nei sapori, senza formalità alcuna, è proprio rischiare di sporcarsi l’anima (oltre le mani).

DOVE DORMIRE

In una palazzina in stile liberty dei primi del ‘900, da tre generazioni della famiglia Mazzoleni, sorge Casa Barbero, b&b che si sviluppa intorno ad una corte dove fare colazione d’estate con grandi piante tropicali e musica di sottofondo (d’inverno nella sala con volte affrescate). Le stanze, spaziose e con ingresso indipendente, sono arredate in modo funzionale. Il check in è automatizzato (quindi massima libertà di orari) e la colazione è a base di cornetti appena sfornati ed ottima caffetteria. Nel cuore del popolare quartiere di Catania Borgo, dista circa 15 minuti a piedi dal centro. I padroni di casa, Antonio e Monica, riservati e gentili, si distinguono per disponibilità e cortesia.

Casa Provenza, b&b in un palazzo signorile, ha un’ottima location. La colazione è servita su una terrazza dalla quale si vede la cupola del Duomo ad un centinaio di metri. Le stanze, dotate di ogni confort (AC, tv al plasma, etc), spaziose ed arredate in modo essenziale e colorato, hanno infissi nuovi ed isolanti dal rumore (particolare importante in pieno centro).

Bella atmosfera anche da YourRoom, un b&b “vecchio stampo”, frutto di una ristrutturazione funzionale e di gusto. Vicino alla Fera o Luni (Fiera del lunedì), altro grande mercato catanese, ed a via Santa Filomena (nuovo borgo enogastronomico), è un luogo accogliente. Colazione a base di confetture di agrumi fatte in casa, frutta di stagione e dolci tipici.

DOVE MANGIARE

Sotto un suggestivo soffitto di ombrelli colorati, nelle viuzze del vecchio mercato del pesce, c’è Fisharia (d’inverno anche 20 coperti all’interno). Non perdete la sarda beccafico e la caponata con pesce capone. Squisiti ache gli spaghettoni tonno, lime e menta. Freschi e cremosi. Fatevi consigliare da Cristina, padrona di casa gentile e preparata.

A due passi da Giardino Bellini c’è Due Pistacchi, con una bella cucina a vista sulla sala. Alle pareti, la pietra lavica dell’Etna e fuori un bel dehors per le serate d’estate. Menù di carne e di pesce, nazionale e catanese, preparato al momento (inclusi pane, pasta e desserts). Molto buoni gli spaghetti al verdello di Siracusa con gamberetto rosa di Mazara e mollica “atturrata”.

Nel quartiere San Berillo, in Piazza Goliarda Sapienza, drammaturga cresciuta qui, che tante pagine della sua arte dedicò a queste viuzze, ci siamo fermati a mangiare un gustoso piatto di penne alla Norma (melanzane, ricotta e basilico) o catanese (cipollina, prezzemolo, acciughe, mollica, finocchietto) nel delizioso spazio all’aperto de La Pentolaccia.

Allo Scirocco Sicilian Fish Lab, potete assaggiare i migliori prodotti tipici della tradizione siciliana fritti al momento utilizzando solo olio di girasole alto oleico con aggiunta di antiossidanti naturali estratti dal rosmarino. Il risultato è un fritto croccante, leggero e profumato servito nei cartocci di carta paglia e mangiato al volo sui tavolini all’esterno.

DOVE MANGIARE UN DOLCE

In via Etnea c’è Don Peppinu il tempio del gelato artigianale siciliano con 9 sedi. Una tradizione di famiglia, nata nel 1960 con il nonno Peppinu, fondatore della più antica fabbrica di coni sull’isola. Dai pistacchi alle fragoline dell’Etna, dagli agrumi biologici di Siracusa alla mandorla di Avola, dalla ricotta agrigentina ai cannoli palermitani. Consigliamo i gusti Liccumia (mandorle tostate, cioccolato di Modica e scorza di limone) e Camilleri (fior di panna, mandarino e cannella).

Di fronte al Giardino Bellini c’è la storica (1897) pasticceria Savia. E’ qui che abbiamo gustato i migliori cannoli di Catania, ma ce n’è per tutti i gusti: cremose granite (quella al pistacchio è una delizia) e zuccherose cassatine, ma anche arancini e fagottini da urlo per gli amanti del salato.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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