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San Ignacio: rovine rosso fuoco nel cuore di Misiones

Solo la quantità di hotel e ostelli (non sempre garanzia di qualità) lascia presumere che a San Ignacio (60 km a Nord-Est di Posada) ci sia la più suggestiva e conosciuta missione (da qui il nome della Provincia, Misiones) dei gesuiti in Argentina.

Chiamata Minì (ma non per le dimensioni) ed aperta tutti i giorni dalle 7 alle 19, è costituita da rovine dal colore mordorè, splendide soprattutto all’alba ed al tramonto (alle 19 d’inverno ed alle 20 d’estate spettacolo di luci e musica).

Dichiarate dall’Unesco, Patrimonio mondiale dell’umanità, sono state costruite nel 1632 dall’ordine cattolico, distrutte nell’Ottocento e restaurate tra il 1940 ed il 1948. Da visitare, per capire come fu trovato il villaggio e come si svolgeva la vita al suo interno, il museo. Davvero eccezionale il portale della grande cattedrale, lunga 60 mt e con muri spessi 2 mt, decorato da artigiani Guaranì. Alle spalle, un enorme cactus e sullo sfondo la foresta. Un luogo dove la sacralità ha resistito più lungo delle pietre.

Molto suggestiva (anche per chi non conosce le sue opere) la visita alla casa di Horacio Quiroga, scrittore uruguayano di nascita ed argentino di acquisizione. A 2 km dal paese, immerse nella selva, due abitazioni rurali d’inizio Novecento (una originale con arredi e utensili dell’epoca ed una donata dai produttori del film su Quiroga). Alla splendida vista dall’alto sul fiume Paranà si arriva dopo un sentiero tra le canne di bambù con cartelloni in cui si ripercorre la vita di lutti e successi di Quiroga. Un uomo che ha girato il mondo con la sua arte ma che è sempre voluto tornare nella sua San Ignacio.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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